lunedì, gennaio 08, 2007

Un amore appeso ad un gancio

(dedicata al mio gatto Leopoldo...)



Credete nel destino? No? Credete che due persone (e non solo persone) possano essere in qualche modo predestinate a trascorrere i loro giorni insieme, anche se provengono da ambienti "sociali" differenti? Non credete neanche a questo? Beh, allora la storia che sto per raccontarvi probabilmente non vi piacerà, e sicuramente non vi farà cambiare idea. Potete evitare, quindi, di leggerla: risparmiereste anche un po' di tempo. Se dico che Tommy era un porco non lo sto offendendo, né sto usando delle metafore per parlarvi di lui, perché Tommy era davvero un maiale. Proprio così: era uno di quegli animali rosa con la coda a forma di apribottiglie che grugniscono e trascorrono gran parte della giornata a rotolarsi nel fango.
Tommy aveva anche due fratelli, Timmy e Jimmy, e con loro si divertiva a cantare canzoni del tipo: "La Marianna la va in campagna quando il sole tramonterà (tramonteràaa), chissà quando, chissà quando ritornerà", "Avanti popolo alla riscossa, bandiera rossa, bandiera rossa; avanti popolo alla riscossa bandiera rossa trionferà", "Who wants to live forever", "Sei etero o sei gay", ed altre canzoni porche. Non cantavano mai "Siam tre piccoli porcellin, siamo tre fratellin; mai nessun ci dividerà, ponziponzipà" perché erano convinti che portasse male. Io non so se questa loro superstizione avesse qualche fondamento razionale, sta di fatto che nessuno di loro fu mai infastidito da alcun lupo.
Dei tre fratelli, tutti e tre porci, Tommy, che era il più porco di tutti, un giorno decise che era ora di finirla con le seghe in bagno, quindi rimise tutti gli attrezzi in ordine in cantina e decise di darsi da fare per trovarsi una maiala.
Purtroppo, contrariamente a come si penserebbe, non gli fu facile trovarne una. Erano oramai tutte delle scrofe, con pochi scrupoli, ma in compenso molta esperienza. Se a questo si aggiunge il fatto che a Tommy la roba di seconda mano non piaceva granché è facile concludere che difficilmente sarebbe stato accontentato.
Un giorno d'ottobre, tuttavia, passando davanti al macello vide proprio la squinzia che faceva per lui. Era una mucca di allevamento, carina, intelligente, tutta stalla e pascolo. Se ne innamorò al primo sguardo che le diede, e sentì che quello che lui provava era vero amore: per lei avrebbe fatto qualsiasi cosa, anche in barba alle convenzioni sociali che mal vedevano i legami tra animali di specie differenti.
Sulle prime il suo istinto fu di entrare e conoscerla, ma poi si accorse degli sguardi concupiscenti che i macellai gli rivolgevano, quindi decise che era ora di tagliare la corda.
Il giorno dopo, mentre era alla guida della sua pigmobile, per le strade del mercato riconobbe, tra i tanti volti, quello della sua amata: era appeso ad un gancio sull'uscio di una macelleria.
A quella visione il nostro povero Tommy cadde in depressione. Da quel giorno non volle più mangiare carne bovina per paura di trovarci dentro la sua amata che non aveva neanche un nome. In quei giorni si ritirò in un bosco dove passava le giornate a crogiolarsi nel suo dolore e a maledirsi per non essere intervenuto quando l'aveva intravista tra i macellai. Come aveva potuto non capire che intenzioni avevano!
E tra una lacrima e un grugnito, un grugnito e una lacrima, la sua vita si esauriva in un lento morire. Finché una notte...

MESSAGGIO PUBBLICITARIO
- Mal di testa?
- No!
- Come no?
- No! Non ho mal di testa. Perché?
- Perché sennò che pubblicità è!
- Ok, rifacciamola.
- Problemi di fegato?
- Si.
- Fattelo asportare!!!
PIPPOPIPPO - PIPOPA - POUNG

... Finché una notte non gli venne in sogno lei, bella come una bistecca fiorentina, lucente come una cotoletta, buona come uno spezzatino. Venne a popolare i suoi sogni con tutti i suoi odori e i suoi sapori. Gli disse anche il suo nome: Muccana, Muccana Pozzi.
In realtà lei non era quello stinco di santo che Tommy immaginava, però era indubbiamente uno splendido quarto di manzo. I due trascorsero una notte infuocata, e Tommy era felice, anche se si trattava soltanto di un sogno. Non scendiamo nei particolari di quel sogno, ma può essere interessante sapere che lo fecero e lo rifecero dozzine di volte (ESAGERATI!!!!!) tanto era solo un sogno.
Poi però accadde qualcosa che era difficile prevedere: Tommy morì di infarto (proprio come in quel film "Scappatella con il Porco"), però morì felice.
Felice di aver finalmente conosciuto il nome di quella eterea creatura che aveva intravisto in un grigio pomeriggio di ottobre.
Ma il bello di questa storia viene dopo che questa è finita, perché nessuno avrebbe mai voluto mangiare il corpo di un maiale morto per cause naturali, quindi Tommy fu sepolto in un campo poco distante dalla fattoria in cui viveva.
Circa una settimana dopo la sua morte arrivò in quel campo, presso la tomba di Tommy, uno strano camion bianco dal quale due uomini scaricarono un voluminoso e pesante fagotto bianco. Mentre lo tiravano giù dal camion dal fagotto rotolò fuori una testa di mucca. Era la testa di Muccana. I due uomini scavarono una buca, proprio accanto a dove era sepolto Tommy e vi rovesciarono il contenuto di quel fagotto.
Il narratore solitamente ha alcuni vantaggi sul suo auditorio: lui conosce già la storia. E può decidere se far conoscere, o meno, al suo pubblico i retroscena della storia che narra.
Vi spiego cosa accadde. Muccana, dopo essere stata macellata e venduta al mercato di Ballarò, rimase per circa due mesi e mezzo sparsa dentro un bancone, mentre la sua testa continuava a pendere fuori dall'ingresso della macelleria, preda dei vermi e delle mosche. Rimase dentro quel bancone finché non fu talmente marcia che nessuno l'avrebbe più comprata. Così il proprietario della macelleria, una domenica pomeriggio, prese con se il suo garzone, e andò in campagna per disfarsi della carne non venduta. Così Tommy e Muccana, che non poterono stare assieme in vita, rimasero assieme dopo la morte.